That’s odore: ecco perché l’amore è anche una questione di olfatto

Che cos’è l’amore? Di quante persone ci si può innamorare nell’arco della propria vita? E perché scegliamo proprio loro? 

[di GDJ, Pixabay]

Probabilmente chiunque, prima o poi, si pone queste domande e, sebbene in molti abbiano provato a fornirvi una risposta razionale, siamo ancora ben lontani dal comprendere del tutto come funzionino le frecce di Cupido.

Una cosa però è certa: nel tiro con l’arco olimpico, uno dei punti di appoggio per la corda è il naso. Pare che anche Cupido, da bravo arciere, nello scoccare le proprie frecce si affidi al naso.

Andiamo con ordine e parliamo un attimo di immunologia: fidatevi, ne vale la pena. 

Tutti noi abbiamo dei geni, chiamati HLA, che codificano per una serie di proteine (chiamate MHC I e II) prodotte da ogni cellula del nostro corpo ed importantissime nella risposta immunitaria.

Queste proteine aiutano il nostro sistema immunitario a riconoscere infezioni (prevalentemente da virus o batteri intracellulari) e cellule trasformate dannose (come quelle tumorali), ricoprendo un ruolo essenziale per la nostra sopravvivenza.

Ogni MHC è in grado di garantire il riconoscimento di un numero limitato di patogeni, di conseguenza è importante averne molti e molto differenti: quindi è necessario disporre di molti alleli, varianti differenti di HLA. 

Ma cosa ha tutto questo a che vedere con l’amore? 

Una serie di studi [1] ha dimostrato come non solo individui appartenenti a varie specie ( dagli alligatori [2] , passando per i topi [3] fino ad arrivare a noi umani) tendano a gradire maggiormente l’odore di individui che abbiano un set di alleli HLA diversi dai propri ma anche come in contesti in cui la scelta del partner sia più libera possibile, quindi meno soggetta ad imposizioni esterne, gli esseri umani tendano a formare coppie stabili con partner “HLA-differenti” [4] .

Inoltre, sembra che anche il livello di soddisfazione sessuale sia influenzato (in maniera inversamente proporzionale) dal grado di divergenza dei loci HLA [5] : in poche parole in uno studio è risultato che più i due partner all’interno di una coppia stabile hanno alleli HLA diversi, più si dichiarano soddisfatti della loro vita sessuale.

I ricercatori hanno avanzato molte ipotesi sulle modalità attraverso cui un individuo possa riconoscere l’aplotipo (ovvero la combinazione dei diversi alleli) HLA di un altro individuo solo tramite l’odore; la teoria più accreditata finora è che questo venga etichettato da una serie di molecole, volatili e non, contenute nel sudore ed in altre secrezioni, come saliva, urina e plasma.

Queste molecole possono essere interi pezzi di proteine MHC o delle molecole da esse legate e hanno quindi la capacità di identificarle in maniera quasi univoca. Non è ancora del tutto chiaro come un individuo possa “analizzare” queste etichette molecolari, ma è probabile che questo avvenga tramite alcuni chemocettori specializzati presenti sui neuroni olfattivi del naso [6].

Inoltre, il fatto che questo meccanismo di riconoscimento agisca proprio tramite l’olfatto risulta essere molto importante nella stimolazione delle nostre emozioni, perché l’olfatto è tra i nostri cinque sensi quello anatomicamente più collegato alle aree del cervello che gestiscono le emozioni, le passioni e gli istinti. 

Ma perché tutto questo? Per quale motivo “annusiamo” il sistema immunitario del nostro candidato partner?

Semplicemente perché, come detto all’inizio, avere un set di loci genici HLA molto differenti permette una più alta probabilità di sopravvivenza contro le infezioni e i tumori e, dato che il genotipo della prole viene fornito da ogni genitore per la metà di sua competenza, inconsciamente e istintivamente noi non facciamo altro che assicurarci di trovare un partner che fornisca ai nostri figli loci HLA diversi dai nostri.

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Dario Marzella
Laureato in Biotecnologie presso l’Università La Sapienza di Roma, attualmente laureando in Biotecnologie Genomiche con tesi in bioinformatica. 
Amante della biologia in ogni sua forma, dalla biologia evoluzionistica a quella strutturale, appassionato di programmazione, giochi di ruolo e praticante scherma medievale. Un nerd a tutti gli effetti, insomma.

Bibliografia:

  1. Jan Havlicek, S. Craig Roberts, MHC-correlated mate choice in humans: A review, Psychoneuroendocrinology, Volume 34, Issue 4, 2009, Pages 497-512 ;
  2. Qun-Hua Han, Ru-Na Sun, Hai-Qiong Yang, Zhen-Wei Wang, Qiu-Hong Wan & Sheng-Guo Fang, MHC class I diversity predicts non-random mating in Chinese alligators (Alligator sinensis), Nature, Heredity 122, pages 809–818 (2019);
  3. Kunio Yamazaki, Gary K. Beauchamp, Genetic Basis for MHC‐Dependent Mate Choice, Advances in Genetics, Academic Press, Volume 59, 2007, Pages 129-145, ;
  4. Claire Dandine-Roulland, Romain Laurent, Irene Dall’Ara, Bruno Toupance, Raphaëlle Chaix, Genomic evidence for MHC disassortative mating in humans, 286, Proc. R. Soc. B.;
  5. Garver-Apgar, C. E., Gangestad, S. W., Thornhill, R., Miller, R. D., & Olp, J. J. (2006). Major Histocompatibility Complex Alleles, Sexual Responsivity, and Unfaithfulness in Romantic Couples. Psychological Science, 17(10), 830–835. https://doi.org/10.1111/j.1467-9280.2006.01789.x ;
  6. Overath, Peter et al. Of volatiles and peptides: in search for MHC-dependent olfactory signals in social communication. Cellular and molecular life sciences : CMLS vol. 71,13 (2014): 2429-42. doi:10.1007/s00018-014-1559-6 .