Silicon Valley: inferno o paradiso cosmetico?
[da Pikrepo]

Chi di noi ha avuto il piacere di studiare e approfondire la chimica, sa che arriva un giorno in cui il docente di chimica inorganica inizia a svelare le meraviglie che si nascondono dietro agli elementi della tavola periodica e, quando arriva al quarto gruppo, non puoi fare a meno di restare incantato davanti alle meraviglie che il piccolo atomo di Carbonio può fare.

Quasi quasi il resto degli elementi del gruppo passa inosservato! Eppure proprio sotto al carbonio c’è il silicio, il secondo elemento più abbondante sulla terra, importante semiconduttore per l’industria elettronica (a tal punto che la Silicon Valley -California- prende il nome proprio da questo elemento!), che si lega chimicamente all’ossigeno, come il suo fratello carbonio, generando i famosi polissilossani. 

Ma mentre Il silicio si deve difendere solo da noi studenti ed ex studenti di chimica alle prime armi, i suoi figli, i siliconi, si devono tutelare anche in un campo che noi di “yourperfectcosmetic” abbiamo imparato a conoscere prima come consumatrici e poi come lavoratrici: il fantastico mondo della cosmesi.

Quanti di voi almeno una volta hanno letto sull’etichetta di un prodotto la frase “senza siliconi” o “non contiene siliconi”? 

Negli ultimi anni, infatti, i nostri amici/nemici siliconi sono stati un po’ demonizzati e hanno spaccato in due le scelte dei consumatori; ma è davvero giustificata tutta questa avversione nei loro confronti? Come mai vengono usati? Fanno male?

Cerchiamo di rispondere a queste domande, anche se spesso la risposta è dipende.

La prima cosa da sapere sui siliconi è che sono ottenuti per sintesi partendo dalla silice passando per i policlorosilani.

Ma siliconi è un termine che vuol dire tutto e niente. Quanti ce ne sono? Dove si usano? Che forma hanno? Beh, non basterebbe lo spazio di un intero articolo per rispondere a questa domanda! 

Ma cerchiamo di spiegarvi sinteticamente come, cambiando o aggiungendo solo una piccola parte della catena polimerica, cambiano notevolmente la fisicità e lo skin feel del silicone, in parole semplici come cambia l’aspetto della materia prima e la sensazione che ti lascia sulla pelle.  

Immaginate la catena siliconica come la ferrovia dei treni giocattolo: 

– se unite le ultime estremità avrete un cerchio (come il trenino che passa intorno all’albero di natale che ancora è sulla mia lista dei desideri), ottenendo i siliconi ciclici come il CYCLOPENTASILOXANE. Questi sono volatili e ci danno una grande mano, come sostituti dell’alcol, in prodotti che contengono un’elevata percentuale di oli e umettanti, abbassando l’untuosità o “appiccicosità” senza lasciare alcun residuo sulla pelle.

– se invece lasciate scorrere dritta la vostra ferrovia otterrete un silicone lineare, fluido. Il più conosciuto è il DIMETHICONE che può avere moltissimi pesi molecolari differenti: più è basso il peso molecolare, quindi meno pezzi della ferrovia avrete unito, più avrà uno skin feel leggero e morbido, e sarà anche volatile fino alle 5 unità. I siliconi lineari aiutano anche ad eliminare l’effetto bianco lasciato ad esempio dalle creme solari. 

– se invece avete tanti pezzi della ferrovia e volete unire due linee parallele con un passante otterrete dei siliconi reticolati detti elastomeri, INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients):DIMETHICONE CROSSPOLYMER. Beh, credetemi, nemmeno Photoshop dà un effetto sul viso così bello come un elastomero. Fisicamente si presentano come una pasta opaca che ti ringiovanisce di 5 anni ed elimina i pori dalla zona T. Sarebbe bello se la vostra ferrovia facesse tutto questo, vero?

Queste sono solo le principali forme ma ce ne sono ancora molte e variegate, come diversi sono gli utilizzi.

Proprio l’eterogeneità dei siliconi li rende tanto cari ai formulatori di cosmetici:  grazie a questi composti si possono ottenere infiniti prodotti con sensorialità differenti. Cosa può variare?
Nella sintesi possiamo variare il gruppo organico, il grado di polimerizzazione, di ramificazione, reticolazione… Se vi sembra poco… Provate a chiederlo a chi fa sintesi!

Ma il loro grande successo nel mondo cosmetico deriva anche dalle caratteristiche chimico fisiche: i siliconi sono dei composti altamente stabili ed inerti, non hanno colore ed odore e, quando si formula, tutto questo si traduce in una riduzione del numero di preghiere da fare in attesa che il tuo prodotto superi i test di stabilità e compatibilità (i prodotti cosmetici vanno testati prima di essere messi in commercio, ma questo è un altro argomento). 

Ad esempio, a meno di richieste specifiche, non c’è bisogno di un profumo che copra l’odore delle materie prime (avete idea dell’odoraccio dell’olio di mandorle in una crema?!) e non ci sarà il rischio che la materia prima cambi colore modificando il colore finale del prodotto (che si traduce in prodotto non stabile); inoltre, i siliconi hanno buone proprietà idratanti e aumentano la penetrazione dei principi attivi.

Insomma, un grande aiuto ai formulatori!

Di questo, magari, parleremo sul prossimo treno!

Pensavate che fosse finita? E invece no, perché ci piacerebbe rispondere in breve alla domanda più gettonata di tutte: allora perché i siliconi, benedetti da ogni formulatore, sono così demonizzati? 

Sicuramente perchè i siliconi non sono dei prodotti biodegradabili. Ma sulla loro sicurezza la legge è chiara e la risposta è sì, sono sicuri.

Ad onore del vero, tutti gli ingredienti che possono essere e sono usati in cosmetica sono sicuri ed inoltre vi possiamo garantire che tutte le materie prime per utilizzo cosmetico sono costantemente sottoposte a revisione e analisi.

Ad esempio, proprio in tema di siliconi, nel 2018 è uscita sulla Gazzetta Ufficiale la notizia che la commissione Europea ha deciso di ridurre la concentrazione d’uso del Cyclopentasiloxane (D5) e il Cyclomethicone(D4). Questa restrizione, tuttavia, non riguarda tutti i tipi di cosmetici ma solo quelli da risciacquo e soprattutto non è basata sul rischio legato alla salute umana, bensì sull’impatto ambientale di tali sostanze.

Ad occuparsi dell’aspetto “salute” è il Comitato scientifico per la sicurezza dei consumatori che nel 2015, si è espresso imponendo qualche ulteriore limite formulativo sul D5. Il D4, invece, essendo stato classificato come tossico per la riproduzione, dal 2018 è entrato ufficialmente a far parte delle sostanze vietate dal regolamento 1223/2009 (allegato II).

Il 20 marzo 2019, l’ECHA ha pubblicato una proposta di restrizione relativa a D4, D5, D6 proponendo l’estensione della precedente restrizione anche ad altre tipologie di prodotti oltre ai soli cosmetici, prevedendo alcune deroghe come l’uso nei dispositivi medici.

Questo è un breve e striminzito racconto del ruolo dei siliconi nel mondo della cosmetica.

Da quello che vi abbiamo detto, emerge chiaramente quanto sia complicato e sempre in evoluzione il processo di valutazione delle sostanze utilizzate nella formulazione dei cosmetici e come non sia sempre facile classificare ogni cosa in bianco o nero.

Quindi, se vi piacciono dei prodotti che contengono siliconi…usateli! Se, invece, non vi piacciono e preferite abbracciare la filosofia di qualche brand che ha deciso di inserirli nella sua black list…non usateli. 

Tutti dovremmo usare i cosmetici che ci piacciono e ci fanno sentire bene, perché la cosmetica è il modo che la chimica ha per coccolarci e incentivare il nostro amor proprio. 

Noi vi terremo aggiornati con la prossima evoluzione del mondo dei cosmetici…

Saluti dalle ragazze di yourperfectcosmetic.

Fiorella Nugnes
Laureata in Scienze Chimiche attualmente lavora nel dipartimento di ricerca e sviluppo occupandosi della formulazione di detergenti e cosmetici. Iniziando a formulare le si è aperto un mondo: le sue due grandi passioni la chimica e la cosmetica si sono unite rivelandole un mondo straordinariamente colorato, variegato in cui tutti possono rispecchiarsi. È una accumulatrice seriale di rossetti

Beatrice Marini
Laureata in scienze chimiche e specializzata in cosmetologia, dopo aver avuto esperienza come formulatrice cosmetica, attualmente lavora come Product Development Skin Care collaborando con clienti da tutto il mondo. Ama esporre le sue idee tecniche e creative e provare il brivido di vedere un prodotto realizzato sullo scaffale di una profumeria. È un accumulatrice seriale di strati di trattamenti cosmetici sul viso.

Bibliografia: